Da subito, ho trovato molto tenera l'espressione "genitori di cuore" che usano i genitori adottivi per cercare di spiegare ai propri bimbi le varie figure che hanno partecipato alla loro vita.
L'Italia è un paese di mammoni e questo è un dato di fatto. "Mamma, solo per te la mia canzone vola", "Viva la mamma" e "di mamma ce n'è una sola". E no, invece, di mamma non ce n'è una sola, anche questo è un dato di fatto. Purtroppo, non è sufficiente partorire un bambino per essere mamma, anche se è difficile da capire ed accettare.
Alcuni bimbi hanno una mamma che li mette al mondo, quella "di pancia" e una mamma che li aspetta, li ama, li cresce, li cura, gli dona tutta se stessa e li accompagna nella vita per sempre, la "mamma di cuore". E quale sarebbe la "mamma vera"? Nessuna delle due, non esiste una mamma vera perché non esistono mamme finte. Sono mamme entrambe, in modo diverso, e questa è una verità importante perché aiuta i bambini a mettere a posto i protagonisti principali della propria storia.
Come dicevo,
questa espressione mi è sempre sembrata molto tenera, fino a quando ho scoperto che, invece, è assolutamente vera!
|
Vedete quel ditino? |
Non è stata la prima volta che il Giudice ci ha parlato del nostro bimbo. Quella prima volta, l'adrenalina era alle stelle perché non sapevamo cosa aspettarci, ci sono state dette solo pochissime cose e siamo usciti dal Tribunale in stato di confusione mentale mista ad euforia.
Invece, è stata la seconda volta che ci hanno parlato di lui. Quel giorno, per l'ansia di trovare traffico, io e l'idraulico siamo arrivati davanti al Tribunale due ore e mezza in anticipo. Siamo entrati in un bar, abbiamo mangiato. Siamo usciti a camminare avanti e indietro per strada e poi abbiamo deciso di entrare comunque e aspettare in corridoio. Quel corridoio ci ha visti spaesati la prima volta, a consegnare i documenti, timorosi la seconda quando abbiamo incontrato il Giudice, impauriti la terza quando il nuovo Giudice ha voluto conoscerci, anestetizzati dall'ansia la quarta volta quando il Giudice ci ha detto "ho una proposta da farvi"... ormai ci sentivamo a casa.
Finalmente eravamo lì, noi, il nostro Giudice, assistenti sociali e affidatari di questo bambino che per noi era già figlio, famelici di sapere di lui, di come sta, del suo carattere, di cosa gli piace... che quando hanno cominciato a raccontarci io mi sono sentita morire.
Quel giorno, col cuore che batteva a mille, ad ogni cosa in più che ci dicevano, io non riuscivo a pensare ad altro che "doveva essere lui", ad ogni aspetto del suo carattere mi dicevo "è proprio nostro figlio!", ed ho sentito, lo giuro, forte nel petto esplodere qualcosa, qualcosa di così intenso, caldo e rassicurante che gridava "sì, questo è proprio tuo figlio"! Era lui che nasceva nel mio cuore.
Così, se avete un'amica o una parente che sta adottando, non chiedetele dov'è la mamma vera, non ditele che ha fatto "una bella cosa" o che è coraggiosa ma semplicemente abbracciatela e ditele che siete felici per lei. Perché quella è una mamma che aspetta un figlio, non nella pancia ma nel cuore, e sarà altrettanto bello e forte... solo in un modo completamente diverso!
(per seguire sui Social le mie riflessioni sull'argomento, potete seguire l'hashtag #adozioneapiedinudi)
[Adesso sono due mesi che non scrivo sul blog, sono due mesi che il nostro Nano è con noi, sono due mesi che mi sento chiamare "mamma" e che stiamo vivendo un'esperienza difficile e meravigliosa. Mi sono presa questi mesi di pausa forzata ma necessaria perché tutte le attenzioni e tutti i minuti della giornata dovevano andare da lui.