venerdì 24 marzo 2017

#BlogARt e gli artigiani di Arezzo - lì è cascato quell'asino del mio cuore affascinato

É passata già più di una settimana dalla bellissima giornata di #BlogARt ad Arezzo (ve ne parlavo qui) ma rimanderò ad un altro post il resoconto e le emozioni dell'incontro tra blogger.

Adesso invece ho davvero tanta voglia di provare a  raccontarvi qualcosa della visita alle botteghe artigiane, perché è lì che è cascato quell'asino del mio cuore affascinato.
Ebbene si, dove si nasconde la passione per quello che si fa, dove si vogliono fare le cose "poche ma buone", fatte bene con cura ed attenzione... è lì che si nasconde il vero artigiano.

Nel fare le cose diverse dagli altri, perché vanno fatte così e basta, se no non vengono bene "come dico io".


Riporto qualche frase detta dagli artigiani visitati e lascio che siano le immagini a parlare. Perché io ci vedo la poesia, esattamente come quella che vedo nella foto di una madre che accudisce il proprio bimbo.



Il Maestro pastaio Piero Stocchi di "La Rustica"

"Questa pasta qui è davvero fresca, non come quella che comprate al supermercato e che dura 2 settimane. Questa qui dura 48 ore perché non ha dentro nient'altro che ingredienti genuini. E' un'altra cosa."
Piero Stocchi conquista perché lo vedi subito che è buono e genuino come i suoi pici freschi! La sua bottega è una Scuola Bottega riconosciuta dalla Camera di Commercio di Arezzo, dove lui (che è maestro artigiano pastaio riconosciuto dall'albo) tiene corsi professionali dove insegna l'arte della pasta fresca... e come gli si accendevano gli occhi parlando dei ragazzi e della soddisfazione nel riuscire a trasmettere la passione!

Tiè, ancora di cuore e poesia qui si parla.


Il Maestro pastaio Piero Stocchi di "La Rustica"


Le mani di un artigiano accarezzano la materia mentre lavorano





L'intagliatore e restauratore Francesco Conti 

"Intagliare vuol dire entrare dentro la materia e scolpirla"
Sono parole che colpiscono dritto lì, non vi sembra?

In mezzo a questi pennelli, barattoli, attrezzi mi sono sentita a casa, sarà stato il mio amore per il legno o la sensazione famigliare di caos creativo.
Gli strati di colore sulle superfici, l'odore delle vernici, le mani ricoperte di polvere di legno... eh si, questa è casa mia! 

"Il fatto a mano che c'è adesso è relativo perché fatto a mano dovrebbe essere qualcosa che non può essere fatto in nessun altro modo" (parole davvero pesanti, ci avete mai pensato?), quindi pezzi unici e originali che richiedono una lavorazione attenta e precisa ma anche di cuore. Perché è proprio quell'ingrediente lì che fa la differenza, il cuore.

Insomma, bisogna essere originali, non si scappa.


L'intagliatore e restauratore Francesco Conti 






Pasticceria Fratelli Bruschi

Strumenti antichi per ottenere sapori genuini, ancora una volta ingredienti di massima qualità a Km 0. La lavorazione a mano fa sì che il risultato, il sapore, non sia omogeneo ma sia diretto, spontaneo, intenso e vero.
E se le la frutta non sarà disposta in modo perfettamente simmetrico? Vorrà dire che in due bocconi avremo due intensità diverse!

(comunque io non credo esista qualcosa di più buono delle paste frolle con la crema e la frutta fresca... lasciatemi morire lì)


Pasticceria Fratelli Bruschi






L'impegno. 
Quando c'è veramente la passione per quello che si vuole fare, bisogna impegnarsi. "I ragazzi di oggi ma anche i genitori devono capire che il lavoro artigianale richiede impegno, fatica e sacrificio". Anche questo bisogna insegnare nelle scuole, perché è vero: il successo (che si intende riuscire ad ottenere il proprio obiettivo) non ci piove addosso mentre noi stiamo sotto col mojito in mano, il successo bisogna rincorrerlo e sudarlo.

Il signor Donati ci ha regalato un momento magico, disegnando su stoffa un pantalone davanti ai nostri occhi: poche abili mosse e il pantalone era quasi già lì e noi tutti osservavamo in rispettoso silenzio il gesso scorrere sul tessuto...

Il sarto Carlo Donati nella sua sartoria





Quindi Laura, cos'è che ti ha colpita così tanto?

1) la materia è al centro dell'artigianato: che siano gli ingredienti di pasta o dolci o che siano legni e stoffe è la materia che parla, che ispira, che è al centro del lavoro artigiano.
La materia deve essere di qualità, deve presupporre un grande lavoro di ricerca ed esperienza, perché la qualità della materia da sola fa la metà del lavoro artigianale.

2) l'importanza della scuola, del tramandare il sapere artigiano, così prezioso che va pian piano perdendosi. Tutti gli artigiani visitati vanno nelle scuole ad insegnare ai ragazzi, e ne parlavano tutti come di una grande soddisfazione, come una delle cose più belle che fanno. Insomma è vero, l'artigianato italiano deve essere riscoperto e deve ritrovare il giusto valore che merita.

3) passione ma anche impegno, di tempo e di energia per imparare, per fare esperienza, per realizzare prodotti di qualità riconoscibili a tutti. Impegno, a volte, vuol dire anche scontrarsi con se stessi e con gli altri per trovare la propria strada e seguire la propria passione, andando contro a quello che gli altri si aspettano da noi.
Perché la strada dell'artigianato è impervia e forse non troppo sicura ma siamo noi a dover mettere bene le pietre per camminarci sopra. E quando la percorriamo, ritroviamo la felicità di aver seguito veramente la nostra passione.


In confidenza: non so voi, ma io che sono crafter e vorrei tanto diventare artigiana sono tornata a casa commossa e con la consapevolezza di avere ancora tanto lavoro da fare.



Ringrazio tantissimo Ilenia "Penso, Invento, Creo", la Confartigianato ed il Comune di Arezzo che hanno reso possibile la giornata... la prossima settimana il resoconto della giornata formativa e di incontro, perché è stata talmente ricca che merita!




1 commento:

  1. Ciao Laura, ho ripercorso volentieri nelle tue parole gli incontri con gli artigiani aretini, ho visto in loro la stessa nostra passione per quello che creano, un bacio 😘

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